Yes, I confess: sometimes I buy wine on the internet.
It happens; not very often, but it happens. I usually do it when the wine already knows it well and I do not have, therefore, the need to compare or get advice from some trusted enotecaro. It is a convenient sales channel, provided that the reliability of the seller is known a priori, and often even saves a little money.
The last time happened to me a few weeks ago, on the "Offers" section of a well-known wine-making forum. In this case, however, I violated the above rules: I did not know, in fact, neither the wine nor the seller. In my partial justification I can only say that I bought directly from the producer (which can, however, be a guarantee not to fall into fraud or scams) and that I had already talked about a wine from Puglia, a friend of mine, and praises arousing great curiosity in me. The price, finally, was really ridiculous, to the point that, even if the product had not finally satisfied me, the damage would have been totally negligible.
È poi accaduto che la transazione sia andata a buon fine ed il vino arrivato nei tempi previsti, con l’imballo integro e robusto, le bottiglie tutte a posto. Non restava che stappare, versare ed assaggiare.
Mi sono ritrovato, così, finalmente fra le mani un calice di Aureus Puglia Chardonnay 2009 delle Cantine Ferri di Valenzano, in provincia di Bari, ed è stato il vino che non ti aspetti. Avevi pensato ad uno Chardonnay di stile californiano, quello a cui fanno ancora il verso molti Chardonnay italiani, un vinone compiacente, rotondo, dolce e suadente, vanigliatissimo, morbido di glicerina, tutto spezie mielose e fruttone maturo.
E invece no. Nell’Aureus, che – nomen omen – indossa una brillante veste fregiata di fili dorati, l’impronta del Sud si sente, come è ovvio ed anche auspicabile in un vino prodotto da uve coltivate in un assolato agro di Puglia, eppure non appesantisce in alcun modo il vino; trasmette la piacevolezza, il corpo e la ricchezza di cui lo Chardonnay è capace in certi climi e tuttavia mantiene una gagliarda carica di freschezza, di acidità, persino di sapidità. L’affinamento prevede un passaggio in piccole botti di rovere francese, ma il legno è dosato da manuale, fornisce sensuale rotondità e grassezza senza per nulla pregiudicare il nitore del più genuino quadro aromatico del vitigno.
Insomma, se forse non si può parlare di vette assolute, Aureus 2009 è in ogni caso un vino di finezza e qualità superiori, che si colloca assai vicino all’eccellenza. Impossibile bere meglio a quel prezzo, anche se, a mio parere, Nicola Ferri deve sicuramente aver sbagliato a farmi il conto.